La VOCE   COREA   CUBA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  


GIÙ

SU

La VOCE ANNO XXX N°1

settembre 2024

PAGINA G         - 39

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
"La VOCE" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2011.
Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.
Segue da Pag.16 Corea: Lo stimato compagno KIM JONG UN ha pronunciato un discorso alla cerimonia di trasferimento e ricevimento del nuovo sistema missilistico balistico tattico

Tuttavia, osservando il contesto della sicurezza globale in continuo mutamento e la scellerata espansione del sistema di blocchi militari a guida statunitense, siamo giunti alla conclusione che le forze nucleari del nostro Stato e la sua postura nucleare dovranno essere ancor più integrali e perfette, sentendone noi ogni giorno e ogni minuto la necessità.
La nostra potenza non è ciò che è adesso, ma risiede nella nostra irrefrenabile ricerca di essa.
La stagnazione nella supremazia militare non è che l’inizio dell’inferiorità nelle capacità difensive.
Non dobbiamo mai dimenticare che se ci accontentiamo del livello attuale di supremazia che tanto ci è costato raggiungere, la pagheremo di più dopo.
È chiara la nostra posizione nel far fronte alle manovre statunitensi volte ad aggravare la situazione.
Se continuano a mettere in pericolo la sicurezza della regione in spregio ai nostri ripetuti avvertimenti, faremo sì che gli Stati Uniti si rendano decisamente conto che vi saranno conseguenze fatali per la loro stessa sicurezza.
Voglio essere chiaro ancora una volta: che ci impegniamo nei negoziati o nello scontro, il possesso di una grande forza militare è un obbligo e un diritto che uno Stato sovrano non deve mai trascurare né barattare in alcun momento.
A meno che non si ponga fine alla minaccia nucleare contro di noi, e fintantoché esisteranno le forze imperialiste che ricorrono alle atomiche come strumento della loro tirannia, non vi sarà mai un attimo di sosta né di riposo sul nostro percorso di consolidamento del nostro deterrente bellico nucleare.
La nostra forza continuerà a evolversi e la nostra supremazia militare continuerà per sempre a spingersi oltre.
La Repubblica Popolare Democratica di Corea affronterà risolutamente sia le sfide imminenti che quelle potenziali raggiungendo quanto prima una postura maggiormente raffinata e migliorata per le sue forze nucleari allo scopo di contenere qualsiasi minaccia atomica e difendersene.
Dal momento che gli Stati Uniti e i loro vassalli hanno stretto la morsa sulla RPDC facendo ricorso a mezzi militari, ha detto KIM JONG UN, aumentare la propria capacità difensiva è stata una scelta indisputabile per la RPDC.

Ha poi proseguito:
La costruzione del deterrente bellico nucleare e il suo sviluppo al massimo livello possibile è la migliore opzione per affrontare efficacemente il ricatto atomico e i poliedrici schemi di isolamento da parte degli Stati Uniti, nonché per destinare un più corposo investimento per lo sviluppo economico e il miglioramento del tenore di vita del popolo: questa è la posizione di principio che abbiamo coerentemente mantenuto negli ultimi dieci anni e più da quando abbiamo proclamato la nuova linea di promozione dell’edificazione economica del Paese e simultanea costruzione delle sue forze nucleari, e la sua validità e fattibilità sono state chiaramente dimostrate nella pratica.
Dovremo sempre sovvenirci di ciò e lavorare sodo per raggiungere gli obiettivi della strategia quinquennale per lo sviluppo della difesa, avanzata dall’VIII Comitato Centrale del Partito, senza compromessi né difetti, fino in fondo e completamente.
L’industria degli armamenti non deve mai scendere a compromessi sulla sua missione assoluta per la quale l’aumento della produzione di strumenti militari fornisce una sicura garanzia per la salvaguardia della sovranità del Paese e l’elevazione del suo prestigio; essa dovrà lavorare assiduamente per raggiungere successi maggiori e più orgogliosi nel raggiungimento degli obiettivi del Partito per la modernizzazione dell’industria della difesa e nell’attuazione del suo compito di produrre armi di tipo jucheano.
Le unità dell’Esercito a cui sarà trasferito il nuovo sistema d’arma dovranno padroneggiarlo il prima possibile, organizzare e condurre attivamente l’addestramento in un’atmosfera di guerra reale per adoperarlo in modo talmente efficace da massimizzarne l’efficienza in battaglia, e mantenere una postura operativa pronta e appropriata. In questo modo potranno svolgere con successo i loro doveri militari per scongiurare la guerra e prendere l’iniziativa.
Ciò che le nostre fiere unità missilistiche riceveranno oggi non sono soltanto le nuove armi.
Come tutte le altre che abbiamo, queste ultime incarnano la ferma volontà del nostro popolo di metter fine alle minacce d’aggressione contro la nostra Repubblica, così come il loro spirito di amor proprio per rendere il suo Paese un Paese invincibile che nessuna forza osi attaccare e il desiderio di trasformarlo in una nazione potente.
Continueremo ad approntare e produrre strumenti militari di tipo nostro, più potenti e sofisticati, e a schierarli per l’azione, garantendo così che l’Esercito Popolare continui a guadagnar forza nel tempo.
Il Comitato Centrale del Partito accompagnerà sempre e dirigerà adeguatamente i nostri operai dell’industria degli armamenti, tanto fedeli quanto affidabili, in questo percorso responsabile e importante.

Compagni,
Rammentiamo ancora una volta che una capacità autodifensiva assoluta e impareggiabile procura una garanzia certa d’indipendenza, giustizia e pace.
Una forza in continuo sviluppo e inesauribile è fondamentale per la nostra eterna vittoria, per una pace, una felicità e una sicurezza autentiche.
Lavoriamo tutti impavidamente e conseguiamo trasformazioni costanti e successi innovativi per lo sviluppo indipendente del nostro grande Stato e per una nuova vita pacifica e prospera del nostro popolo.

Segue da Pag.38: La Serbia assediata da minacce, ricatti e provocazioni quotidiane è a rischio sfinimento ed esplosione

Il vice primo ministro della Repubblica di Serbia, A. Vulin ha pubblicamente denunciato che l'opposizione nel paese sta preparando uno scenario “Maidan” in Serbia. “…abbiamo fondate informazioni che sono in preparazione disordini pianificati e il tentativo di sovvertimento del Presidente Vucic e delle istituzioni statali. Ma tutti sappiano che abbiamo uno Stato forte e solido, e il presidente Vu?i? non è Yanukovich, non ha alcuna intenzione di scappare e di cedere il potere a farabutti. Hanno avuto le elezioni che chiedevano e hanno fallito. Hanno provato e sperato di arrivare al potere e non ci sono riusciti, quindi ora dicono: ok, non possiamo farlo alle elezioni, dobbiamo farlo per le strade. Credono che in questo paese siano alcuni stranieri a decidere chi andrà al potere. Questo perché hanno una cultura da servitori, credono che qui non dipenda nulla dai cittadini serbi, ma da qualche ambasciatore che li chiamerà e dirà: d'ora in poi il primo ministro sarai tu….Mosca ci ha avvertito della preparazione di un colpo di stato. Non c'è motivo di avere paura, ma abbiamo motivo di essere cauti e molto seri…Nel nostro Paese esiste un numero significativo di gruppi organizzati, interconnessi, che si preparano a proteste quotidiane, si preparano a provocare incidenti, fare caos, lanciare allarmi, diffondere voci, creare trambusto e confusione e cercheranno di sfruttare ogni occasione per potenziali conflitti. Lo schema già collaudato è che se questo sarà bloccato, verrà attuato lo scenario del Maidan, si costruiranno tende e blocchi, con la parola d’ordine ’resteremo finché le richieste non saranno soddisfatte’. Hanno già preparato delle squadre che rimarranno in servizio tutta la notte…Dal lavoro che ho svolto in precedenza come capo della BIA (Sevizi Sicurezza serbi), di ministro degli Interni e della Difesa, so molto bene cosa fanno i servizi stranieri occidentali in questo paese e so molto bene con chi lavorano, e so che ogni volta che la Serbia ha l’opportunità di progredire, abbiamo proteste nelle strade, abbiamo persone che si preparano a mostrarci cos’è una ‘rivoluzione colorata, abbiamo persone che stanno cercando di cambiare il governo con la forza...Circa le minacce di morte al presidente Vucic, i nostri servizi scopriranno chi si nasconde dietro l'ordine con cui si indicava di impiccare il presidente , è solo questione di tempo...", ha detto Vulin.

Continui ARRESTI in Kosovo di serbi, con accuse datate 25 anni fa. Una precisa strategia pianificata di terrore, per spingere all’esodo la restante popolazione serba nella provincia e spezzare la Resistenza civile contro la pulizia etnica.

Ai primi di agosto altri cinque serbi sono stati arrestati con irruzioni violente nelle loro case, nel distretto di Kosovo Pomoravlje, come le altre centinaia di serbi arrestati in questi anni, anch’essi hanno finora vissuto pacificamente nelle loro comunità, senza precedenti di attività illegali. È particolarmente grave che gli arresti vengono effettuati senza ordinanze legali circostanziate, sulla base di elenchi segreti, il che indica ulteriormente l'arbitrarietà e la natura politica e terroristica di queste azioni. Lo sconforto e la percezione dell’isolamento in queste terre, fanno parte della strategia di discriminazione sistemica, legata alla costruzione forzata delle comunità ghetto, enclavi, come unico modo in cui è possibile sopravvivere per i serbi.

Gli ultimi arresti sono avvenuti il 3 agosto: Dragan Cvetkovic, Dragan Nicic, Milos Sosic e Slobodan Jevtic di Pasjane e Nenad Stojanovic di Bosce. La polizia ha fatto irruzione nelle loro case di mattina presto, puntando armi automatiche contro i membri delle famiglie. Gli arresti che sono, come sempre, motivati su accuse di presunti crimini commessi 25 anni fa durante il conflitto in Kosovo, dimostrano la situazione dello “stato di diritto” della provincia kosovara, in quanto queste persone, nei trascorsi decenni hanno vissuto pacificamente nel loro villaggio con le loro famiglie, rispettati da tutti i vicini di casa.

Anche la Chiesa ortodossa serba ha espresso profonda preoccupazione per i continui arresti di civili serbi con accuse inammissibili. La COS ha espresso piena solidarietà alle famiglie degli arrestati, inviando un messaggio di sostegno e di perseveranza: “…Tali atti di repressione non dovrebbero intimidirci, ma rafforzare la nostra determinazione a continuare a vivere nei nostri antichi focolari con dignità e pace…”. La stessa Chiesa serba è continuamente attaccata e minacciata, per recidere le radici millenarie dell’identità storica e spirituale dei serbi in KosMet.
..segue ./.

  P R E C E D E N T E   

    S U C C E S S I V A  

Stampa pagina

 Stampa inserto 

La VOCE

 La VOCE   COREA   CUBA   PALESTINA   RUSSIA   SCIENZA 
.

Visite complessive:
Copyright - Tutti gli articoli possono essere liberamente riprodotti con obbligo di citazione della fonte.